A partire dalla seconda metà del XIV secolo, attori chiave della diplomazia europea hanno trasmesso alcune informazioni al destinatario in forma codificata. In Italia, nel XV secolo e all’inizio del XVI secolo nella pratica crittografica della corte pontificia e dei maggiori centri di potere, è stato utilizzato il metodo di sostituzione monoalfabetico omofonico. L'essenza di ciò è che un unico insieme di simboli è stato utilizzato per sostituire le lettere dell'alfabeto, il che ha anche permesso di sostituire una lettera con più cifre (omofoni) per equalizzare la loro frequenza. Gli alfabeti in codice sono “simboli di fantasia” semplici o anche multi-elemento, con lettere e numeri tratti dagli alfabeti greco e latino. Ogni sistema fa riferimento all'ingegno dei loro creatori.
I presenti esempi sono stati scritti da Maffeo Buglio (Maffeo de Bullis) da Treviglio ambasciatore del duca Ludovico Maria Sforza di Milano a Buda tra il 1490 e il 1493. Numerosi dei suoi rapporti sono conservati nell'archivio di Milano, in cui relaziona al duca sugli eventi in Ungheria.
In una lettera del 2 aprile scrive della possibilità di estendere la pace con i turchi. (2) Accanto ad essa si legge la versione decodificata della lettera dalla corte milanese (Extractus litterae in Ziffera Maphei Triviliensis). (1)
Luogo di conservazione: Archivio di Stato di Milano
Segnatura: Archivio di Stato di Milano, Archivio Sforzesco, Carteggio Sforzesco, Carteggio estero, Ungheria, busta 642, 2 aprile 1490
Data: Vienna, 2 aprile 1490